Negli ultimi 8 mesi, a Gaza, ogni 15 minuti circa un bambino ha perso la vita. Significa che da quando la guerra è iniziata, quasi il 3% della popolazione infantile è stato ucciso. I bambini e le famiglie vivono sotto le bombe, costretti spesso a trovare rifugi di fortuna dato che più della metà delle abitazioni non esiste più.
Quasi tutte le scuole sono ormai distrutte e per la maggior parte della popolazione è impossibile ricevere anche le cure più basilari. Il sistema sanitario è al collasso: sono stati bombardati 30 dei 36 ospedali.
E qui, invece, dall’altra parte, nell’opulenza occidentale europea, i “drammi” sembrano essere ben altri, a quanto pare: il paio di scarpe griffato andato esaurito, il telefonino rotto da sostituire, i soldi del papà per andare al locale fighetto…
Ci sarebbe da discutere per ore, su questa disparità di “trattamento” tra due mondi e due culture diverse… ma non c’è mai tempo, perché le emergenze si sommano una sull’altra e… “bisognerà pur vivere, no? O stiamo ad autoflagellarci tutto il giorno per i sensi di colpa?”
😢😱🤬
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